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martedì 10 settembre 2013

Decreto del fare: cosa cambia per l'edilizia

Il decreto del fare è finalmente legge. Dopo l'approvazione definitiva della Camera e la successiva pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale avvenuta il 20 agosto scorso, tutto il suo contenuto e le sue novità sono ufficialmente attuative. Oltre alle disposizioni per il rilancio dell'economia, il Governo Letta ha inteso apportare alcune novità anche nel campo dell'edilizia, in accolta alle molteplici proposte dell’Associazione dei Costruttori Edili. Le nuove norme sono contenute nella fattispecie nell'articolo 30 intitolato proprio Semplificazioni in materia di edilizia, per l'edilizia privata e nell'art.39 per le autorizzazioni paesaggistiche. Le novità introdotte sono molteplici e riguardano ad esempio la Scia(Segnalazione Certificata di Inizio Attività), i permessi di costruire, i certificati di agibilità e la regolamentazione delle distanze fra i fabbricati. Ma la novità più importante riguarda la definizione di ristrutturazione edilizia e la sua estensione di competenza anche agli interventi di demolizione e ricostruzione di edifici con una sagoma o aspetto differenti da quello precedente.

mercoledì 24 luglio 2013

Impianto e pannello fotovoltaico

Quello dell'impianto fotovoltaico è un argomento di grande attualità per i temi di risparmio energetico, energia alternativa, sviluppo sostenibile, rispetto dell'ambiente che implica. Vediamone le caratteristiche principali e qualche curiosità. 
Com'è fatto un pannello fotovoltaico

Un impianto è composto di moduli (pannelli) in silicio mono o policristallino o a 'film sottile'. 

giovedì 18 luglio 2013

L'amianto

L'amianto o asbesto è un minerale dalla natura fibrosa costituito da silicio, ossigeno ed altri elementi minori, esso è prevalentemente presente nel suolo ed in molti tipi di rocce. In natura vi sono ben due tipi di amianto, quello più comune e di uso industriale caratterizzato da fibre a serpentino, noto come amianto bianco, e quello composto da fibre dette anfibolo di forma diritta ed aghiforme, quest'ultima tipologia è molto più pericolosa in quanto considerata molto più nociva per la salute poichè danneggia gravemente le vie respiratorie.

lunedì 8 luglio 2013

#edilizia

domenica 7 luglio 2013

#imu

venerdì 5 luglio 2013

#Roma

#Egitto

giovedì 4 luglio 2013

La Tav #notav che spacca l'italia

La TAV è il treno ad alta velocità che consente ai passeggeri di muoversi a velocità molto elevate su delle linee ferroviarie appositamente costruite e dedicate. La popolazione italiana e mondiale si divide intorno a questo argomento, specialmente per quanto riguarda la tratta di costruzione della TAV in Val di Susa, dove appunto è nato il movimento NO TAV. La TAV permette ai passeggeri di viaggiare a velocità superiori ai duecento chilometri orari, consentendo di raggiungere mete distanti in poche ore; in Europa molti sono i Paesi che hanno già sviluppato molti tratti ferroviari di TAV, come Spagna, Portogallo e Francia. Il treno ad alta velocità raggiunge maggiore velocità su linee ferroviare costruite appositamente, perchè i nuovi tracciati posseggono caratteristiche geometriche differenti, specialmente per quanto riguarda le curve che sono molto ampie e permettono di non perdere la velocità acquisita nelle zone di rettilineo. Molto spesso vengono adattate anche linee preesistenti, modificando i tracciati e fornendo le apparecchiature adatte; inizialmente i treni ad alta velocità si rivolgevano ad un pubblico costituito da passeggeri di alto livello, offrendo prestazioni di alta classe, come bar e ristorante, avendo come unico scopo quello affaristico. Con il passare del tempo e poichè i trasporti sono diventati di massa, è stato necessario adeguare i prezzi dei treni ad alta velocità ai passeggeri che volevano usufruirne, pertanto il target è stato abbassato, con servizi meno lussuosi.

mercoledì 19 giugno 2013

L'umidità nelle case - come sconfiggerla


L’umidità è tra i peggiori nemici delle abitazioni. Difficile da combattere, ha un’azione costante nel tempo e, nel giro di pochi anni, può arrecare danni irreparabili agli immobili, oltre che causare gravi problemi di salute agli abitanti della casa e far lievitare in maniera preoccupante il costo della bolletta del riscaldamento. L’umidità può essere causata da vari fattori che una volta individuati vanno trattati ciascuno in modo diverso.
Il primo fattore di umidità può essere di tipo ambientale ed è rappresentato dalla pioggia che, bagnando le facciate degli immobili, fa penetrare l’umidità nelle case attraverso le pareti. Può essere causata anche da eventuali infiltrazioni dovute alla vicinanza ad un falda freatica, o alla rottura di qualche tubazione. C’è poi la condensa che si forma durante il contatto tra aria calda e fredda all’interno dell’abitazione e, infine, la cosiddetta umidità ascendente, che si infiltra nei muri a seguito del contatto con il terreno e da qui risale lungo tutte le superfici della costruzione. Quest’ultima è la più comune e anche la più difficile da controllare.

venerdì 14 giugno 2013

Breve guida a Google Sketchup

Google Sketchup


Semplice da utilizzare, il prodotto Trimble Google Sketch Up fa dell’usabilità il proprio punto di forza: i componenti più importanti della sua interfaccia sono i menù, la barra del titolo, l’area di disegno, le barre di strumenti, le tavolozze di strumenti e la barra di stato. Per quel che riguarda la barra del titolo, essa viene visualizzata in alto, e include i controlli classici delle finestre (ingrandisci, riduci a icona e chiudi), un tasto per espandere o comprimere la barra del titolo e il nome del file in uso. Nel momento in cui Sketch Up viene avviato, il programma visualizza un’area di disegno bianca: il nome del file è ancora Senza titolo, proprio perché il lavoro non è stato salvato. Le barre degli strumenti si trovano sul lato sinistro, sotto i menù, e includono i comandi e gli strumenti che l’utente stesso ha definito.

Usi Civici - i problemi

I PROBLEMI 


Secondo la legge dunque l'Ente gestore ha la facoltà di alienare i terreni appartenenti al demanio civico destinati all'agricoltura e di solito ciò avviene dando la possibilità a uno o più membri della collettività di riscattare le quote spettanti agli altri, in questo modo si diviene unici proprietari del fondo.
Purtroppo molto spesso si è assistito a un comportamento che mirava a favorire solo uno o pochi soggetti, privando tutti gli altri del godimento degli usi civici.
In molti casi, anche per terreni soggetti a vincolo ambientale, si è preferito "spacciarli" per agricoli e quindi procedere alla vendita permettendo speculazioni di carattere edilizio. Così sono nati complessi residenziali e/o turistici e l'intera comunità, oltre ad essere stata privata di un suo diritto, ha visto deturpare il territorio con un mare di cemento.


Usi Civici - la legislazione

LA LEGISLAZIONE 




Con la legge 1766 del 1927, integrata poi da diverse norme in tempi successivi, innanzitutto si cercò di fare chiarezza sulla proprietà dei terreni soggetti ad usi civici, distinguendoli tra quelli di proprietà collettiva, denominati demanio civico e quelli di privati dando la possibilità a questi ultimi di rimuovere i vincoli.
Se un privato possiede un terreno soggetto ad usi civici può chiederne la liquidazione, cioè trasformare la sua comproprietà che condivide con tutta la comunità, in un possesso esclusivo. I membri della collettività tuttavia si possono opporre provando che gli usi civici a cui il fondo è sottoposto non sono cessati prima del 1800.

Usi Civici - la storia

Usi Civici

L'uso civico è un peso che grava sui beni immobili, cioè è un diritto che la collettività esercita su terreni demaniali, comunali o anche privati. 

LA STORIA 

Si tratta di un'istituzione giuridica che nacque nel medioevo per garantire un livello minimo di sopravvivenza al popolo. 
Il signore feudale, l'imperatore o il legato papale concedeva ai sudditi di una determinata comunità alcuni benefici, come ad esempio il diritto di cacciare o pescare su alcuni suoi appezzamenti, poteva permettere il pascolo (pascolatico) su un certo prato, raccogliere legna (legnatico) in un bosco o funghi (fungatico), frutti, erbe ecc. 
Ogni comunità godeva di diritti diversi in base alle caratteristiche del suolo e climatiche, ad esempio nel sud Italia, dove erano diffusi vasti latifondi incolti soggetti a usi civici, si diffuse il "livello". Questa denominazione deriva dal vocabolo arcaico "libello" che significa contratto e consisteva nell'esercitare il diritto di coltivare un determinato terreno. 

giovedì 6 giugno 2013

I giardini pensili


giardini pensili sono delle piccole oasi di verde nel grigio del cemento delle nostre città. Sono dei piccoli giardini o orti che possono essere impiantati su terrazzi, balconi, tetti e cortili e che rappresentano un ottimo compromesso tra la vita di città e la voglia di natura, riducendo contemporaneamente – seppur di poco – l’impatto ambientale dei centri urbani.
A seconda dello spazio che si ha a disposizione esistono molteplici soluzioni da poter adottare per ritagliarsi in città uno spazio di relax e di natura. Tanto che, ormai, è diventato sempre più usuale imbattersi in tetti e terrazzi trasformati in splendidi orti e giardini. Il concetto di giardino pensile, inoltre è strettamente legato a quello di “agricoltura urbana”, in quanto in su di un giardino pensile si può coltivare in teoria qualsiasi tipo di pianta, da quelle da balcone, fino agli ortaggi e alle verdure trasformando così, il proprio terrazzo, in un piccolo orto da cui ricavare alimenti sani e genuini per la propria dieta. Le piante e gli ortaggi naturalmente vanno coltivati in appositi vasi grandi a sufficienza per contenere comodamente colture e piccoli alberi.
Ecco alcuni consigli per realizzare con successo un giardino pensile sul terrazzo di casa. Come prima cosa occorre considerare alcuni fattori fondamentali:

L'isolamento termico


Un buon isolamento termico garantisce ad una abitazione un notevole risparmio sulla bolletta dell’energia elettrica in quanto diminuisce di molto il consumo di energia dovuto all’utilizzo di riscaldamenti o condizionatori. Una casa ben isolata, infatti, impedisce al calore di uscire durante l’inverno e all’aria calda di entrare durante l’estate, garantendo quindi ambienti caldi nei mesi freddi e freschi in quelli caldi. Un risparmio anche per l’ambiente poichè accendendo meno i condizionatori si disperde meno anidride carbonica nell’atmosfera.
Quello della dispersione termica è un problema relativo soprattutto alle costruzioni moderne, che rispetto a quelle antiche, prevedono pareti esterne spesse appena 10 centimetri. Una barriera eccessivamente sottile per proteggere gli ambienti esterni e che deve quindi essere rinforzata con l’aggiunta di una doppia parete o , in alternativa, con il riempimento degli intercapedini con materiale termoisolante che ha ha anche la duplice funzione di isolare acusticamente gli ambienti della casa dai rumori provenienti dall’esterno. L’installazione di una parete interna, però, ha alcuni svantaggi. 

Le barriere architettoniche - cosa sono


Con il termine barriera architettonica si tende ad indicare tutti quegli elementi parte di una costruzione che impediscano o comunque rendano difficile l’accesso o l’utilizzazione di servizi da parte di persone con limitata capacità motoria o sensoriale.
Un concetto molto soggettivo che, nel tempo, è stato regolamentato da una serie di leggi e disposizioni normative volte a limitarne il criterio di soggettività e a garantire libertà di accesso e il diritto alla fruizione di determinati servizi ad un numero sempre maggiore di persone. Barriere architettoniche sono ad esempio scale, muri, porte e ingressi troppo stretti che non consentono il passaggio di sedie a rotelle, pendenze e spazi troppo stretti. 

Costruire una casa in legno



    Per l'utilizzo in edilizia, il legno subisce delle lavorazioni specifiche in base al luogo in cui deve essere messo in opera. La stagionatura è uno dei procedimenti più importanti, che porta ogni singolo pezzo ad avere un' umidità relativa molto bassa, creando quindi delle condizioni sfavorevoli verso la formazione di muffe ed attacco di insetti.

    I legni che andranno posizionati all' esterno, verranno lavorati e trattati in modo che l'acqua meteorica venga allontanata nella maniera più veloce possibile.
    Con questi due semplici accorgimenti, il legno dura molto a lungo, come testimoniano le innumerevoli costruzioni presenti su tutto il territorio nazionale.


mercoledì 5 giugno 2013

Come pagare l' IMU




Si sta avvicinando la scadenza della prima rata per l'imu, e purtroppo, nonostante le tante parole e promesse si deve pagare, almeno per alcuni immobili. Per fare gli F24 ci si può al commercialista, al caf o al proprio geometra di fiducia, ma c'è la possibilità di farlo anche da soli conoscendo sia la rendita dell'immobile qui http://www.agenziaterritorio.it/site.php?id=1267 sia elaborando l' F24 per il pagamento dell'IMU qui http://www.riscotel.it/calcoloimu2013.php.


martedì 4 giugno 2013

Comprare casa all'asta


Comprare una casa all’asta può essere un buon modo per risparmiare anche fino al 20% sull’intero valore dell’immobile acquistato. Grazie ad internet è possibile partecipare ad incanti immobiliari anche on-line risparmiando così sulle spese notarili e sulla percentuale dovuta all’agenzia immobiliare. Ma se comprare una casa all’asta è diventata ormai una cosa alla portata di tutti, bisogna comunque valutare attentamente numerosi fattori legati alla natura, al valore e allo stato dell’immobile che si va ad acquistare.
Come prima cosa occorre sapere che gli immobili messi al pubblico incanto sono quasi sempre, immobili, provenienti da fallimenti, mutui non rispettati, prestiti non onorati su cui il creditore si rivale per rientrare del proprio credito tramite la vendita pubblica. Ci sono poi le cartolarizzazioni che riguardano, invece, la vendita di immobili statali  o di enti pubblici. 

Dia e Scia - le differenze


Chiunque abbia avuto bisogno di ampliare o ristrutturare o costruire ex novo un edificio ha sicuramente sentito parlare di Dia e Scia. Si tratta di due acronimi che stanno per ‘Documento di inizio attività’ (DIA) e per ‘Segnalazione certificata di inizio attività’ (SCIA).
La Dia deve essere presentata allo Sportello Unico del comune di pertinenza un mese prima dell’inizio dei lavori e deve essere redatta da un tecnico abilitato, sia esso un geometra o un architetto. Lo sportello unico poi può richiedere un’integrazione della documentazione presentata o addirittura bloccare l’inizio dei lavori comunicando al tecnico incaricato le ragioni della decisione. A quel punto il geometra o l’architetto hanno la possibilità di modificare il progetto al fine di renderlo conforme e ripresentarlo nuovamente al vaglio dei tecnici comunali. Passati i 30 giorni previsti dalla legge si può procedere con l’avvio dell’intervento. La documentazione necessaria da presentare nella denuncia varia da comune a comune, ma solitamente si richiede una relazione a firma di un tecnico e un progetto conforme alle norme edilizie locali e di sicurezza igienico-sanitarie. Il documento di inizio attività deve essere corredato dai dati dell’impresa che dovrà eseguire i lavori, del progettista e del direttore del cantiere. Ad opera terminata, infine, il comune rilascia al proprietario dell’immobile il certificato di cllaudo finale. La Dia semplice è completamente gratuita, mentre, la Super Dia prevede il pagamento delle spese di costruzione.
La Scia, invece, dovrebbe sostituire la Dia per le opere di minore entità e va ugualmente presentata al comune di pertinenza da un tecnico abilitato. A differenza della Dia, però, con la Scia l’inizio dei lavori può avvenire contestualmente alla presentazione della denuncia senza bisogno di attendere i 30 giorni previsti per la Dia. Il comune, però, ha comunque 60 giorni di tempo per chiedere l’integrazione dei documenti o, eventualmente, per bloccare i lavori. La Scia non può sostituire la Dia in presenza di vincoli paesaggistici e culturali. Sono escluse anche tutte le nuove costruzioni o le ristrutturazioni che implicano modifiche di volume o della sagoma dell’edificio. Si può, invece, ricorrere al titolo abilitativo semplificato in caso di restauro e risanamento conservativo degli edifici, di manutenzione strutturale, di frazionamento o accorpamento di più unità abitative, realizzazione di parcheggi o apertura di finestre. Occorre, invece, ricorrere alla Dia per gli interventi di ristrutturazione più importanti perchè vanno a modificare in tutto o in parte la forma e la struttura dell’edificio e in caso di nuova costruzione.


Domotica, vivere la casa in libertà

Domotica 

Con il termine ‘domotica’ si intende quella particolare disciplina che studia le tecnologie volte a migliorare la qualità della vita e la vivibilità delle case e più in generale degli ambienti antropizzati. Il termine, infatti, proviene dal latino ‘domus’, che vuol dire casa e fa propri concetti e principi di discipline e tecnologie differenti allo scopo di trovare nuovi strumenti per migliorare la qualità della vita, la sicurezza delle abitazione, ridurre i consumi energetici e i costi di gestione tramite l’installazione e la gestione semplificata di impianti tecnologici.
Obiettivo finale di questa disciplina è quello di trasformare una semplice abitazione in una “casa intelligente”, ovvero un ambiente domestico caratterizzato da apparecchiature e sistemi in grado di eseguire autonomamente sia funzioni programmate dall’uomo sia completamente autonome. Alcuni esempi possono essere gli impianti elettrici che si auto regolano per evitare sovraccarichi di corrente tali da far scattare il contatore, o i riscaldamenti che si accendono e si spengono al raggiungimento di temperature prestabilite.
Quando è un intero edificio ad essere automatizzato allora si parla di ‘building automation’. In questo caso, grazie all’utilizzo di tecnologie di ultimissima generazione, si raggiunge una gestione coordinata, integrata e computerizzata di impianti di climatizzazione, delle reti idriche, elettriche e del gas, degli impianti di sicurezza e delle reti informatiche.  
In una ‘casa intelligente’ l’abitante controlla il sistema tramite opportune interfacce come pulsanti, telecomandi, touch screen o riconoscimento vocale. Le periferiche sono collegate e tra di loro e ad un sistema centrale attraverso vari tipi di connessione come rete locale, onde convogliate, onde radio.
Il sistema di controllo centralizzato provvede, poi, a svolgere i comandi impartiti dall’utente attraverso la programmazione. Il sistema domotico, infine, prevede il collegamento del sistema centralizzato con il mondo esterno utilizzando sistemi comunicativi detti ‘residential gateway’ che consentono ad esempio l’utilizzo di messaggi telefonici preregistrati, sms, email ecc.
Un sistema di house automation deve possedere determinate caratteristiche affinchè apporti un effettivo miglioramento della qualità della vita degli abitanti. Queste caratteristiche sono: la semplicità, ovvero deve essere comprensibile e di facile utilizzo per un pubblico vasto e non necessariamente esperto in informatica e tecnologia; la continuità di funzionamento, deve essere il più possibile immune da guasti o  essere riparabile in tempi rapidi anche da personale non esperto; l’affidabilità e infine l’economicità, ovvero, deve avere un costo contenuto in modo da poter essere accessibile ad un pubblico vasto di fruitori.
Con la domotica è possibile procedere all’automazione di vaste aree della casa: dalla gestione dell’ambiente con il controllo energetico, della temperatura, dell’illuminazione, consentendo anche di evitare gli sprechi di energia elettrica, fino alle gestione degli elettrodomestici presenti nella casa; dalla comunicazione con l’automazione di telefono, segreteria telefonica, fax, internet, tv digitale e citofono fino alla gestione della sicurezza con antifurti vari, sistemi antincendio o antiallagamento e così via. Se all’interno dell’abitazione sono presenti anche telecamere o videocitofoni, il sistema domotico farà si che le immagini video riprese siano accessibile tramite internet alle persone autorizzate che si trovano fuori casa. In caso di pericolo o di allarme il sistema invia un messaggio mms o sms a numeri prestabiliti.

Domotica


La ‘casa intelligente’ lo è non in quanto tale, ma in quanto corredata da un sistema intelligente dove tutti gli elettrodomestici sono a servizio dell’abitazione e dei suoi abitanti e non hanno più una vita propria, isolata dagli altri, ma coesistono in un sistema integrato e altamente tecnologico. L’automazione domestica, in sintesi è la condivisione di prodotti e servizi volti alla gestione e al controllo della casa. Prodotti per lo più elettronici e tecnologici gestiti da una ‘regia unica’ determinata dall’utilizzo di microprocessori e computer. E con gli enormi passi avanti fatti negli ultimi anni dall’elettronica per la ‘domotica’ si sono aperte opportunità fino a pochi anni fa impensabili.

lunedì 3 giugno 2013

"Roma Capitale" dell'urbanizzazione

Con il decreto legislativo numero 156 del 17 settembre 2010 è stata istituita ‘Roma Capitale’. Un decreto che trasforma la città di Roma da comune ad ente territoriale, dotandola di uno statuto autonomo e di un’autonomia amministrativa e finanziaria. Una trasformazione pratica oltre che formale, in quanto al di là del cambiamento di denominazione, prevede anche l’attribuzione di nuove funzioni agli organi amministrativi locali nonché il trasferimento di alcuni beni dello Stato.

In seguito all’istituzione di Roma capitale il consiglio comunale, infatti, ha cambiato denominazione diventando Assemblea Capitolina mentre i consiglieri comunali, sono stati equiparati ai deputati e possono, quindi, fregiarsi del titolo di onorevoli. Resta invariato il numero di consiglieri comunali, ovvero 48 e quello degli assessori 12. Il decreto prevede anche la possibilità per gli assessori di rientrare come consiglieri nel momento in cui dovessero decadere dal loro incarico. Limitato a 15 il tetto per il numero dei municipi. L’assemblea capitolina, rispetto al vecchio consiglio comunale, avrà maggiori poteri in materia di edilizia pubblica e privata, di sviluppo urbano e pianificazione territoriale e nella valorizzazione dei beni storici, artistici ed ambientali. Passerà al Campidoglio anche l’ultima parola in merito alle varianti urbanistiche della città.

L'usucapione

L’usucapione, dal latino uso-capere, ovvero, prendere con l’uso, è una delle leggi italiane più antiche tutt’ora esistenti. L’usucapione è un principio di diritto regolato dall’articolo1158 del codice civile e seguenti, e consiste nell’acquisizione del diritto di proprietà di un bene, mobile o immobile, grazie al possesso continuato dello stesso per 20 anni - o per 10 nel caso dell’usucapione abbreviata - da parte della stessa persona.
Per potersi avvalere del diritto di usucapione il possesso del bene deve essere continuato e non interrotto - per interruzione si intende la privazione del bene per almeno un anno – il possesso della cosa deve essere pacifico e pubblico, il bene non può essere acquisito né in modo violento né clandestinamente e deve essere inequivoco, non devono esserci dubbio o incertezze sulla titolarietà della proprietà. Per usucapire un bene è necessario un possesso esclusivo dell’immobile che escluda la possibilità di possesso da parte di eventuali altri possessori.

La Legge Bucalossi, una fregatura!


La Legge Bucalossi, per l’edificabilità dei suoli e gli oneri di urbanizzazione, può essere considerata a pieno titolo la madre di tutte le tasse e i balzelli imposti a chi possiede, acquista, costruisce o amplia una casa in Italia. 
Risale al 1977, ma negli anni è stata inglobata nel “Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia” del 2001 che disciplina la concessione dei  ‘permessi per costruire’ – ex licenza edilizia – da parte dei Comuni e gli oneri che i titolari del permesso devono versare allo Stato.  Questa tassa, meglio nota come “onore di urbanizzazione” altro non è che il contributo da pagare, per chi costruisce un qualunque edificio, per sostenere il Comune nella spesa per la realizzazione dei servizi necessari nelle aree abitate come,  ad esempio, strade, fognature e pubblica illuminazione.

La casa in Svezia


Comprare casa in Svezia? Nonostante il clima di incertezza globale  ne abbia leggermente frenato la crescita, il mercato immobiliare svedese è in continuo movimento,  grazie ad un economia forte, ad un elevato standard di vita e ad un facilitato sistema di accesso al credito. 
Gli svedesi hanno sempre avuto un ‘debole’ per l’investimento immobiliare ed un vero e proprio culto per la casa, l’architettura e il design. Non a caso la Svezia è la patria dell’Ikea, la prima vera multinazionale del mobile. Si stima che ogni anno si vendano in media 130 mila nuove case. In realtà seppur il tenore di vita degli svedesi sia molto alto, il costo di un’abitazione in Svezia è allineato alla media Europea, e in alcuni casi è addirittura al di sotto della media di molti stati (vedi l’Italia). E’ possibile, infatti, acquistare una casa nel centro di Stoccolma spendendo poco più di 100 mila euro. Cifra con la quale in molte città italiane non si riesce a comprare neanche un monolocale. Le case svedesi rispecchiano tutte standard qualitativi molto alti, sono costruite con particolare attenzione per l’ambiente e la salute di chi vi abita. Utilizzano materiali naturali e tendono sempre di più ad essere autosufficienti e termoautonome.

Alluvioni e terremoti: leggi e costi


La legge 225 del 1992 individua, attraverso i piani della Protezione Civile, le azioni da attuare per fronteggiare le emergenze idrogeologiche nel nostro paese. Atti che si muovono lungo tre direttrici fondamentali: la sistemazione idrogeologica ed idraulica del territorio ( prevenzione), la regolamentazione e l’utilizzo delle aree inondabili (gestione) e i dispositivi e le azioni da mettere in campo in caso di allarme, con la gestione dei piani evacuazione delle popolazioni delle aree a rischio (emergenza). Il legislatore nel corso degli ultimi 20 anni, trovatosi a rincorrere un’emergenza dopo l’altra, ha diramato una serie di leggi obiettivo attraverso le quali ha messo a disposizione delle zone colpite da inondazioni e alluvioni fondi pubblici per finanziare gli interventi straordinari necessari per la ricostruzione dei territori devastati. Per l’alluvione del Piemonte del ’94 con la legge 22 del ’95 fu individuato il Piano stralcio 45 per la realizzazioni di interventi idraulici necessari per risolvere i problemi relativi all’assetto idrogeologico della zona del Po. Di piani simili nel corso dei decenni ne sono stati finanziati tanti. Per l’emergenza di Genova e della Liguria, restando ai nostri giorni – il governo ha stanziato 65 milioni di euro. 

Alluvioni e terremoti: storie di ordinario disastro


L’alluvione di Genova si poteva evitare? Probabilmente le eccezionali condizioni atmosferiche che hanno portato a far cadere sulla città di Ligure, in tredici ore, più di 366 millimetri di pioggia pari al 20% del totale delle precipitazioni di un intero anno, sicuramente non erano prevedibili. Le conseguenze, almeno in parte, però, potevano essere evitate attraverso la prevenzione e con una corretta gestione del territorio e delle risorse idrauliche in esso presenti. Prima di Genova c’era stata l’alluvione in Piemonte del ’94, evento spartiacque nel modo di affrontare l’allarme idrogeologico in Italia. Per la prima volta dal dopoguerra, l’Italia, si era trovata di fronte alle conseguenze dell’insensata azione dell’uomo sulla natura, che intervenendo sugli argini e sui letti dei fiumi, modificando i corsi d’acqua a proprio uso e consumo, disboscando terreni e colline, costruendo in posti impensabili aveva indebolito fino all’estrema ratio il territorio. Un’azione sciagurata che si è poi gli si è rivoltata contro. Dopo il Piemonte, c’è stata la frana di Sarno nel ’98, quando un intero costone di montagna si è staccato travolgendo, in un fiume di fango e di detriti, tutto ciò che incontrava sul suo cammino. Se su quel versante di montagna ci fossero stati ancora gli alberi cancellati dal disboscamento selvaggio e se al loro posto non fossero stati costruiti palazzi su palazzi, forse tutto questo non sarebbe accaduto. C’è poi stata Messina nel 2009.

La casa Giapponese


Minimalismo. Sta tutto in questa parola il segreto del successo del ‘japan style’ nella moderna filosofia abitativa occidentale. Minimalista è la casa giapponese, che si adatta velocemente alle esigenze di chi la abita e ai ritmi frenetici imposti da una quotidianità sempre più convulsa. Minimalismo, ma anche, funzionalità e meditazione secondo la concezione orientale della casa quale rifugio e luogo di relax. Dalla casa giapponese gli architetti occidentali hanno rubato due idee fondamentali che riadattate sono diventate parte integrante delle case in occidente, ovvero, gli armadi inseriti nelle parti costruttive della casa contenenti arredi e suppellettili tali da trasformare, in ogni momento, ogni stanza della casa in una stanza dove poter dormire, e le pareti attrezzate, tokonoma e chigaidana. Due idee utilissime per risolvere in maniera funzionale i sempre più frequenti problemi di spazio delle case moderne.
In generale, comunque, la caratteristica fondamentale della casa giapponese – tendenzialmente molto più piccole di quelle europee o americane - sono la flessibilità e il rigore dei principi costruttivi e d’arredo.

La casa Eco sostenibile


Termoautonoma, autosufficiente e armonicamente inserita nell’ambiente circostante. Arriva da Dobbiaco, al confine  con l’ Austria, nel cuore delle Alpi italiane, uno dei più riusciti esempi di architettura eco-sostenibile. Una residenza monofamiliare, progettata da uno studio di architetti italiani, che sembra confondersi con le montagne circostanti e che si avvale di terrazze e finestre disposte in modo tale da catturare la luce per il maggior numero di ore possibile. Termoisolata e dotata di un impianto fotovoltaico posizionato sul tetto.

Bosco verticale nel centro di Milano



Stanno spolpando ogni tipo di terra e terreno, per costruire ed ampliare nuove costruzioni, poi Milano una città in continua espansione, accoglierà con benevolenza l'idea di costruire un palazzo pieno di piante che spuntano da ogni dove, certo ci si potrebbero fare mille domande su una realizzazione del genere, ma c'è da dire che l'idea fondamentalmente buona, ciò che togli giù lo metti su.

Controllando, sulla rete, idee simili, troviamo anche Torre Huerta  a Valencia progetto di palazzo "verde" 

Vicino stai distante


Vicino stammi distante! Questo è ciò che direbbero centinaia e centinaia di famiglie italiane quando si trovano in situazioni in cui i rumori molesti non riescono a fargli godere la propria proprietà in pieno per colpa dei rumori, degli odori, dalle vibrazioni o dai fumi prodotti dal vicino di casa.
Adesso andremo ad analizzare cosa dice la legge in tal caso, e vedere chi ha torto e chi ha ragione, ed anche come si calcola quand’è che viene superata la soglia limite del rumore provocato dal vicino.
È bene ricordare sempre che arrivare alle mani(come spesso mi è capitato di sentire dopo anni di lavoro come geometra)è sempre sbagliato è si passa SEMPRE dalla parte della ragione a quella del torto.
L’art. 844 del codice civile prevede che:



Ici Vs Imu

Ici - imposta comunale immobili


L'imposta comunale sugli immobili, il cui acronimo è Ici, fu un'infelice idea del Governo amato nel 1992, essa dava ai comuni facoltà di stabilire un'aliquota fissa, che poteva cambiare ogni anno, variando dal 4x1000 al 7x1000.

Diciamo, infelice idea perché questa tassazione non è mai stata strutturata bene, il principio di base, in effetti, è corretto, se giustamente applicato, il problema principale è che non è mai stato applicato bene.

Facciamo un esempio, chi per un motivo o un'altro possedeva più di una casa, doveva pagare la stessa aliquota sia per l'immobile abitato, sia per l'immobile disabitato, tutti sappiamo bene che una casa non abitata non produce spazzatura o inquinamento, non consuma nulla, eppure i comuni usufruivano del gettito proveniente anche dalle case vuote.
Ciò conduce ad un semplice ragionamento, perché pagare al comune una tassa per un servizio di cui non si usufruisce?

Abitare in una casa in legno


    Abitare in una casa in legno, ai giorni nostri, può sembrare, all' occhio di qualcuno, una cosa assurda, mentre invece è una delle soluzioni abitative migliori che possano esistere. In varie parti del mondo, si vive normalmente in abitazioni di legno, come ad esempio negli Stati Uniti, e nelle zone in cui insiste un clima freddo, come ad esempio le nazioni nord-europee. Le case in legno, vengono chiamate anche "case clima", proprio per il motivo che, all' interno di una di esse, si riesce ad avere caldo in inverno e fresco 
    d' estate spendendo circa il 40/50% in meno rispetto ad una casa in muratura. 

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